giovedì 28 marzo 2024
27.05.2013 - Alessandro Giacobbe

Sant'Agostino a Triora, un edificio magico a portata di mano

Merita ricordare, talvolta, anche qualche luogo meno reclamizzato a livello culturale, sia pur vicino a centri di grande richiamo turistico.

In questo caso è bello dire qualcosa della chiesa di Sant'Agostino di Triora. Uno degli edifici sacri meno conosciuti della capitale dell'alta valle Argentina. Un luogo però silente, attorniato dal verde di un bel viale alberato di accesso, a fianco dell'accesso principale a Triora, leggermente in rilievo.

Quello che era necessario per una comunità monastica, quella di Sant'Agostino, largamente viva in Liguria, capace di passare la regola del fondatore ad importanti sedi femminili come quelle delle Canonichesse Lateranensi a Ventimiglia ed alle “Turchine” di San Remo.

Il convento non è di fondazione medievale, come quello di Pieve di Teco o quello di Oneglia, caro ai Doria signori locali. Si tratta del frutto della Riforma cattolica, che in Triora vede l'affermazione di un ordine presente in Liguria per 750 anni. La presenza agostiana in Triora si affianca a quella francescana e conferma il ruolo di città capitale dell'entroterra, dotata di beni tali da mantenere più di un ordine nei pressi dell'abitato.

Il convento con chiesa nasce tra 1616 e 1625. Verrà abbandonato solo con l'arrivo della Rivoluzione Francese in Liguria e la nascita della Repubblica Ligure nel 1797. Non più ripristinato, oggi è testimone silente la chiesa, nelle sue linee originarie seicentesche con ulteriori apporti decorativi, a stucco e dipinti, fino a tutto il XVIII secolo, con un restauro degli anni Cinquanta del XX secolo che ce la consegna in discrete condizioni.

Luogo adatto alla meditazione ed alla preghiera.


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