giovedì 28 marzo 2024
18.09.2012 - REDAZIONE

Regione: domani l'incontro istituzionale con il Ministro Gnudi

Al centro dell'incontro il comparto turismo ed il suo rilancio, vero e proprio "volano" per il rilancio dell'economia ligure.

La Regione Liguria parteciperà domani, a Roma,  alla presentazione del il piano strategico 2020 del turismo che sarà presentato alle regioni italiane dal ministro Pietro Gnudi.   Angelo Berlangieri, assessore al Turismo, è netto:

“Ci aspettiamo un documento che affronti gli aspetti economici e fiscali del comparto e la crescita, delle imprese ricettive e di come sviluppare il turismo, non un piano di marketing e brand e comunicazione”, puntualizza.

Ma nell’agenda dell’assessore sono tanti i punti da chiarire con il Governo Monti al tavolo del ministro Gnudi, alle 10.30, negli uffici di Via della Stamperia.

Un “cahier de doléance” condiviso dalle altre regioni italiane che domani si aspettano novità per ripartire e provvedimenti, anche economici e fiscali, che diano ossigeno alla crescita del comparto”.

Comprende il “no” a possibili modifiche del dettato istituzionale che assegna alle Regioni le competenze sul turismo,  la richiesta di un immediato sblocco dei finanziamenti  (oltre 100 mln) dei progetti  di eccellenza  delle regioni, bloccati nonostante abbiano da tempo ottenuto anche il via libera anche dalla Corte dei Conti , la tassa di soggiorno  da cambiare e  subito una risposta per superare i problemi creati dalla direttiva Bolkestein dell’ Unione Europea per le concessioni balneari, per Berlangieri “illogica e irrazionale”.

 “Una  tassa  applicata in maniera difforme, a macchia di leopardo,   un  pessimo biglietto  biglietto da visita per il nostro Paese”. 

Altro argomento di stretta attualità, la direttiva Bolkestein sulle concessioni demaniali a uso marittimo turistico balneare in scadenza nel 2015 per trovare una soluzione condivisa.

Sull’invito del ministro a trovare mecenati per finanziare il turismo culturale, la Regione Liguria  proporrà di “rivedere la legge che per i privati che utilizzano immobili del patrimonio pubblico  prevede un contratto di massimo 8 anni (4+4), troppo pochi per favorire investimenti di capitali”.

 


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