Nel nostro lessico storico, politico e sociale utilizziamo sempre l’espressione Padri della patria, ad indicare gli eroi del Risorgimento a cui dobbiamo l’unità politica della nostra penisola. Ma già da tempo l’espressione Madri della Patria viene usata, seppur timidamente, accanto alla precedente, anche dagli storici del Risorgimento più accreditati. E’ certo, ormai, che tante donne, dalle più umili alle più aristocratiche,in ambiti svariati, hanno avuto un ruolo abbastanza rilevante, sicuramente non marginale, nella costruzione dell’Unità d’Italia e non solo, ma anche nella creazione di quel processo identitario femminile che percorre come un brivido quasi tutto l’’800, il “secolo lungo”, dalla fase prerisorgimentale e fino alla fine secolo e oltre.

Ma chi sono codeste donne che la congiura del silenzio ha obliato, escludendole dai libri di storia, dalla ribalta della Storia? Perché è stata ombreggiata la lingua e la narrazione del loro impegno, pagato spesso con sacrifici enormi, col carcere, se non con la vita stessa? Giardiniere, mazziniane, garibaldine, monarchiche costituzionali, filantrope e riformiste, monache , nobildonne, principesse, anarchiche, queste sono le donne che danno un volto femminile al Risorgimento. E ancora le donne di cultura, giornaliste, scrittrici, poetesse che lottarono con le armi della parola in un secolo in cui l’analfabetismo era predominante. Ma anche le donne del popolo, umili e ricche solo di figli e di miseria.

Con l’aiuto di oltre un centinaio di foto d’epoca, Enzo Papa dà voce e corpo ad alcune di queste eccezionali figure, ma anche, senza timore, ad alcune brigantesseche lottarono sul fronte opposto dopo il 1861, nel Sud colonizzato, emarginato e sfruttato.