venerdì 26 aprile 2024
29.10.2011 - VALERIO GAMBACORTA

Il film: “Le avventure di Tin tin” di S. Spielberg rilancia la sfida del 3d nelle sale

E’ da ieri nelle sale cinematografiche della provincia l’ultimo capolavoro del regista americano

Ispirato alle strisce comiche del fumettista d’oltralpe George Remi, in arte Hergè, e' sbarcato da ieri nei cinema sanremesi “Le avventure di Tin Tin”.

Per la prima volta, nella sua ormai quarantennale carriera iniziata con il “fragoroso” “Duel”, visto il camion protagonista – antagonista della vicenda, (pellicola datata 1973), il regista americano si confronta con l’ultima frontiera cinematografica, quella del 3d. Un “mito” della settima arte che approda, dunque, all’eresia della “terza dimensione”?

Nulla di tutto questo. Un regista conscio della possibilità offerta dal “mezzo” per dilatare gli spazi, le visioni, in ultima analisi…le emozioni.

Perché il pubblico non è ignorante come sembra. O come vogliono farci credere. Tra un film concepito e girato, poi, in 3d e un film “geneticamente” in 2d (e successivamente gonfiato in sede di “effetti speciali” con il 3d) lo spettatore sceglierà sempre e comunque il primo.

Emblematica, in tal senso, la vittoria schiacciante riportata da “Avatar” (di G. Cameron) sul successivo “Alice in wonderland” (di T. Burton) usciti a distanza di un anno l’uno dall’altro. Vittoria figlia dell’originalità del film cameroniano: concepito, fin dall’inizio, con l’intento di portare la sfida al 2d con l’allargamento alla terza dimensione a differenza del film di T. Burton gonfiato, in 3d, in post – produzione.

Spielberg si colloca, senz’altro, nel solco di “Avatar”. La sfida con il nuovo mezzo e le nuove visioni.

Occorre peraltro dire che, “la terza dimensione”, venne già codificata, dagli stessi fratelli Lumiere che ipotizzarono la possibilità di incastrare più immagini sovrapposte, con effetti “creativi” mirabolanti. I costi e la difficoltà realizzative frenarono nuovi esperimenti.

L’anno prossimo sarà uno dei nostri ultimi grandi “maestri”, Dario Argento, a entrare nei cinema in “terza dimensione”. Un regista che ha sempre accettato, a volto scoperto, le sfide poste dalla tecnologia applicate al "mezzo" cinema. Fare horror per lui, nei gloriosi anni '70 e '80, ha rappresentato una sfida "di genere" nell'ambito di generi ormai "fossilizzati". Ora con “Dracula” l'asticella verrà di nuovo alzata.... I fans si fregano già le mani… 


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