venerdì 29 marzo 2024
11.11.2011 - VALERIO GAMBACORTA

“Il cuore grande delle ragazze”. A Sanremo l’ultima fatica di Pupi Avati

Da questa sera è in programma al cinema “Tabarin” di Sanremo il film di Pupi Avati “Il cuore grande delle ragazze”.

Con questo lavoro il regista bolognese firma l’ennesimo capitolo di un percorso cinematografico votato al “recupero” della propria giovinezza. Con occhio storico, nostalgico e autobiografico.

Pupi Avati, infatti, ha sempre saputo intrecciare storie legate a doppio filo con la propria vita; sin dai tempi degli esordi horror con “La casa dalle finestre che ridono” (1975), vero e proprio gioiello in “salsa gotico – padana”; dove l’orrore aveva la “luce” e la solarità delle campagne emiliane in cui il regista scorazzava da ragazzino (e non l’oscurità della Torino argentiana di “Profondo rosso”, film, non a caso egualmente datato 1975). 

Ora Avati è un regista “depurato”, da tempo, da influenze gotiche e autore di film (“Ma quando arrivano le ragazze”, “La seconda notte di nozze”, “La cena per farli conoscere” e “Gli amici del bar Margherita”) in cui temi come i dissidi famigliari, le rivalità amorose e le amicizie virili vengono filtrati dal grandangolo della macchina da presa e posti al centro di un racconto mai banale.

“Il cuore grande delle ragazze” vede l’esordio nelle vesti di attore del cantante Cesare Cremonini (storico leader della band Lunapop) nonché del comico Andrea Roncato come attore “serio”. Simile scelta è, altresì, un’ulteriore marchio di fabbrica del cinema avatiano, data la storica predisposizione per Pupi di guadagnare a “cifre colte” attori comici come Massimo Boldi (“Festival”), Diego Abatantuono (“Regalo di natale”), Christian de Sica (“Il figlio più piccolo”) e in ultimo Ezio Greggio (strepitoso ne “Il papà di Giovanna”). Quasi vi fosse in lui una sorta di vocazione a vestire, con “abiti diversi”, attori provenienti da “luoghi filmici” ben differenti rispetto a quelli immortalati dalla sua regia.

Accanto a Cremonini e Roncato si merita una menzione il “solito” Gianni Cavina, vero e proprio attore “feticcio” del regista bolognese.

La trama vede un giovane ingenuo e ignorante innamorarsi (ricambiato) di una fanciulla colta e benestante. Il coronamento d’amore non sarà così scontato. Sullo sfondo i pregiudizi di un’Italia ancora profondamente rurale e dannatamente “classista”. Ma anche, ci ripetiamo, tanta nostalgia per certi amori e certe famiglie che furono.

 Gli orari di programmazione sono i seguenti: ore 15.30, 17.10, 18.50, 20.30, 22.30.

Per informazioni telefonare al numero: 0184 - 506060


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