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16.04.2012 - Alice Borutti

Sanremo: la versione di Ingrasciotta - Coffee Time

Minacce, tangenti, appalti viziati e l'ombra dei Pellegrino e Matteo Messina Denaro.

Per il processo Giovanni Ingrasciotta-Coffee Time, è stato ascoltato oggi il teste, l'Avv. Francesco Massa di Genova, per deporre sulla questione dell'appalto con l'ASL. Il teste ha seguito l'iter amministrativo di alcune pratiche per conto della Coffee Time ed è stato invitato a rispondere ad alcune domande dell'Avv. Andrea Rovere e dell'Avv. Fabio d'Anna del Foro di Marsala, difensore di Ingrasciotta. Rappresentante l'accusa il Procuratore Roberto Cavallone, Giudice Purpura.

Il TAR nel 2008 accolse la sospensiva e il ricorso nel febbraio 2009 in cui si dichiarava scorretta la procedura di proroga dell'ASL nei confronti della DDS, concorrente della Coffee Time, e questa veniva annullata nell'ottobre 2009. Nell'ottobre del 2008 era già stata fatta una diffida nei confronti dell'ASL perchè non procedesse all'affidamento diretto alla DTS, e pertanto avrebbe dovuto bandire una gara pubblica.

Venne quindi indetta una gara d'appalto ma insorsero dei problemi dopo la conclusione della gara nella quale veniva dichiarata vincitrice la Coffee Time, l'ASL infatti ebbe a ridire sui requisiti di moralità necessari perchè Ingrasciotta ha dei precedenti penali, pertanto tergiversò e chiese parere alla Procura di Imperia se poteva o meno procedere all'affidamento alla Coffee Time. Questi atti sono stati oggetto di un ulteriore ricorso al Tar Liguria nel novembre 2010, processo tuttora pendente in I grado. Attualmente sono ancora pendenti presso il TAR Liguria i ricorsi sul parere morale negativo e presso il Consiglio di Stato sempre per il parere della Procura ma senza la sospensione del processo di aggiudicazione della gara.

L'affidamento e la proroga alla DTS sono comunque stati affidati in contrasto con la norma che prevede che gli Enti Pubblici affidino i servizi in seguito a una gara pubblica.

Depone Ingrasciotta: "sono attualmente disoccupato, la Coffee Time era una ditta individuale e successivamente una SRL con 20 dipendenti". D'Anna: "Ha mai conosciuto i rappresentanti della DDS?", Ingrasciotta: " Sì, il signor Paradisi durante una fiera a Milano, Paradisi era interessato all'acquisto della Coffee Time (ancora prima di acquistare la DDS) e mi era giunta la proposta attraverso Ivan Padelli della Gimoka caffè, Venni a sapere dell'affidamento diretto alla DDS dell'ASL e mi andai a lamentare, per via del non aver bandito una gara d'appalto. A proposito presentai in Procura un brogliaccio in cui mi mettevo a disposizione per chiarire la faccenda dei 300 mila euro di mazzette di cui venivo accusato, lo presentai ancora prima di ricorrere al TAR, nel 2008, ma la Procura evidentemente lo ha cestinato.

Una volta che ho vinto il ricorso al TAR la DDS si è allarmata. Mi chiama quindi Ivan Padelli, dicendomi che mi ha fissato un' appuntamento dal Dott. Paradisi a Seriate (MI), al quale andai con il defunto Ingegner Tetamo (di Taggia). Mi chiesero se avevo fatto una cosa corretta a ricorrere al TAR (e a presentare il brogliaccio in Procura del quale erano informati) , perchè loro avevano speso diversi milioni per acquistare la DDS (il cui 50% del fatturato proviene da appalti con l'ASL)".

Il Giudice Purpura contesta a Ingrasciotta l'opportunità di andare a parlare con la parte “offesa” dal suo ricorso al TAR e Ingrasciotta risponde: “sono andato a Seriate perchè mi aspettavo che mi offrissero un'ingente quantità di denaro per acquistare la Coffee Time”. Ma alla fine rifiutai di vendere la Coffee Time dopo che mi offrirono 800mila euro per ritirarmi dal ricorso al Consiglio di Stato e per ritirare la mia denuncia sull'affidamento diretto dell'ASL alla DDS. L'Ing. Tetamo chiese se aveva capito bene, se stavano offrendo loro una tangente da pagarsi attraverso false fatturazioni e non accettarono l'offerta per continuare la via giudiziaria. Ma mi sarei aspettato che concorresse la DDS in Consiglio di Stato non l'ASL.

Quando ho vinto anche in Consiglio di Stato, accogliendo la mia istanza, in cui ho spiegato tutte le situazioni irregolari verificatesi nell'affidamento di questo appalto, di sospendere immediatamente l'aggiudicamento e la conseguente proroga alla DDS.

Si presentarono poi il Dott. Paradisi e il Dott. Tartaro della IVS (sempre ramo macchinette caffè e acquistata sempre dalla DDS) nei miei uffici a Sanremo dove si trovava anche Robertino Milone, dipendente Coffee Time. Tartaro mi chiese se mi sentivo trattato male da loro o da qualche socio, e che Padelli ha riferito loro che io mi ero comunque comportato in maniera ingiusta per smuovere tutta questa situazione dell'affidamento diretto dell'ASL e che ne avrebbero tenuto conto, perchè avrebbero perso non solo l'appalto con l'ASL ma anche la valutazione del loro portafoglio clienti". Tartaro gli ha quindi passato un foglietto sul quale era scritta la cifra offerta di 1milione e mezzo di euro "che io ho rifiutato, Tartaro quindi mi minacciò dicendomi "lei non sta accettando questo milione e mezzo allora io le ricordo che noi faremo in modo che lei non vinca questa nuova gara d'appalto, e le ricordo che mia moglie è un Magistrato (a Bergamo n.d.r.)e che sappiamo tutto di lei” . Li accompagnai alla porta. Questi signori sono dentro all'ASL da 15 anni!! Io vengo dipinto come un capo di cosa nostra e questi mi offrono tangenti al rialzo?"

Il giudice ha quindi chiesto “Matteo Messina Denaro (boss di Cosa Nostra n.d.r.) dove compare?” Ingrasciotta: e' un'affermazione infame e aberrante” Giudice Purpura: “sì ma come esce nella storia il nome? È stato detto che lei avrebbe subito delle attenzioni negative da parte proprio del Messina Denaro e abbiamo un riscontro giudiziario di ciò (Ingrasciotta è stato vittima di un tentato omicidio il cui mandante è stato Matteo Messina Denaro, condannato per questo in un processo del 1990), ma al di là di questo, queste persone hanno fatto cenno al suo passato riferito a matteo Messina Denaro?” Ingrasciotta: “no, hanno fatto riferimento al mio fatto di essere originario di Castel Vetrano ma non ho mai avuto foto ne giornali che ritraggono Matteo Messina Denaro”. Ingrasciotta ipotizza un giro di mazzette di 300mila euro annui all'interno dell'ASL perchè l'utile per l'ASL con noi è aumentato nettamente da circa 80mila euro a 400 mila euro annui".

Ingrasciotta riferisce di aver trovato il sedile della sua auto sdraiato dopo la sua deposizione a un processo ma non ha mai parlato di microspie, ha fatto verificare l'accaduto a un'agente di Polizia. "Mi sento comunque un perseguitato sia perchè ho depositato la mia versione in Procura prima di aver ricevuto l'avviso di Garanzia e per aver visto il mio nome accostato a quello dei Pellegrino".

Il Procuratore Cavallone riprende Ingrasciotta dicendogli di non fare show personali e nelle segue un acceso scambio di battute tra il Procuratore Cavallone e l'imputato .

Cavallone gli chiede perchè dopo i suoi precedenti penali nella zona di Castel Vetrano Ingrasciotta si è trasferito nel Ponente Ligure. Ingrasciotta risponde per tagliare col passato. Cavallone: "ha mai conosciuto i Pellegrino?" Ingrasciotta: "Sì sono venuti diverse volte nel mio ufficio di Bordighera per via della campagna elettorale dell'On. Minasso allora candidato al Consiglio Regionale (2005 n.d.r.)". Ha frequentato Rocco de Marte? L'ho sentito al telefono, sono in buona amicizia con Maurizio Ventre e Riccardo Ventre, conosco Gianni Tagliamento ma sempre per rapporti di lavoro. Cavallone chiede che venga acquisito agli atti che Ingrasciotta stesso ha presentato alla Procura la sua memoria (il brogliaccio di cui sopra) diversi mesi dopo l'episodio.

L'udienza viene rinviata al 27 giugno alle ore 11:00 per ascoltare le persone offese, Tartaro e Paradisi.

 

 

 

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