venerdì 19 aprile 2024
08.05.2012 - Alice Borutti

Sanremo: il miglioramento genetico delle margherite all'Istituto Regionale per la Floricoltura.

Si è concluso ieri il “porte aperte” all'Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo, polo di eccellenza che si occupa della ricerca applicata per lo sviluppo di nuove varietà floricole e di nuovi metodi di produzione delle stesse.

Un buon afflusso di visitatori ha caratterizzato il porte aperte di quest'anno, dedicato al miglioramento genetico della margherita in vaso per la riduzione della taglia, commercianti, floricoltori, studenti dell'Istituto Professionale per l'Agricoltura “D. Aicardi” delle sezioni di Albenga e Sanremo, e tanti amatori, hanno visitato le nuove varietà e i cloni nelle serre dell'Istituto.

Come ha spiegato Roberta Venturo, funzionario tecnico-scientifico, responsabile per il miglioramento genetico, all'Istituto Regionale per la Floricoltura si producono e si studiano cloni delle margherite dai quali ottenere varietà che prima di essere immesse in commercio possono essere fornite in prova ai coltivatori di Albenga.

Il miglioramento genetico delle margherite nasce negli anni '80, quando attraverso la rigenerazione in vitro, incroci e un processo di selezione e mitogenesi, si iniziò a cercare di ottenere le prime varietà di margherite in vaso senza l'uso di ormoni definiti nanizzanti. 

Le margherite in vaso sono principalmente coltivate nella piana di Albenga e lo sviluppo di cloni adatti a ottenere una pianta che resti piccola e piena, per vasi dai 5 ai 20 cm, con diverse varianti di colore e dimensione della foglia così come della corolla del fiore, permette di superare il vecchio procedimento che prevedeva il trattamento di piante di margherite da fiore reciso con degli ormoni vegetali nanizzanti per contenerne le dimensioni. 

Il problema del vecchio procedimento, ancora utilizzato purtroppo, è che gli ormoni utilizzati sono inquinanti e nonostante molti di loro siano stati messi al bando nell'Unione Europea, le regole vengono aggirate o acquistando questi agrofarmaci in territori extra-UE o utilizzando molecole registrate per altri usi ma che di fatto permettono di ottenere lo stesso effetto.

La prima varietà prodotta e commercializzata dall'Istituto fu la "Camilla Ponticelli", dedicata a una borsista deceduta durante il suo viaggio di nozze; il successo delle varietà prodotte in Istituto è dovuto al riuscire a creare delle varietà non sterili dalle quali si è potuto procedere alla selezione e alla produzione di semi.

 

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